Guglielmo Matichecchia, Federico Di Palma. La Patria e il Mare, Scorpione Editrice, Taranto 2016.
Una recensione di Alberto Altamura
ALBERTO ALTAMURA - Docente di Latino e Greco nei licei di Stato, dirigente scolastico negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, sindaco e assessore nel comune di Pulsano (TA), collaboratore, nelle pagine culturali, dei più importanti quotidiani e periodici pugliesi. Autore di numerosi e apprezzati testi letterari e storici.
Dalle nebbie del passato alla luce del
presente. Potrebbe essere questo il percorso che ha portato Guglielmo
Matichecchia, già dirigente scolastico e studioso appassionato di storia, a far
venire alla ribalta un personaggio della storia cittadina come Federico Di
Palma (1869-1916), più citato che conosciuto, al quale è intitolata una
importante via cittadina. Al parlamentare jonico, nativo di Grottaglie,
Matichecchia ha dedicato un saggio ponderoso, Federico Di Palma. La patria e il mare, Scorpione Editrice, Taranto
2016, pp. 311, che fa giustizia di una lettura dei fatti spesso convenzionale e
di una poco appropriata interpretazione del personaggio. Il volume reca anche
la sapiente prefazione di Vittorio De Marco, storico di professione, che scrive
un vero e proprio “saggio nel saggio” inquadrando la figura del Di Palma nel
contesto storico-politico e valutando con un’analisi puntuale il lavoro del
Matichecchia, che si conclude con il prezioso contributo, in termini di ricerca
bibliografica, di Roberto Burano.
Guglielmo Matichecchia ha ricostruito su
base documentaria e con sicura metodologia l’impegno politico del Di Palma non
disgiunto da quello giornalistico. Infatti, il parlamentare jonico si mise
subito in luce come giornalista di valore collaborando con varie testate
meridionali e distinguendosi specialmente in materia di marineria (prospettive
strategico-militari, utilizzo del personale, etc.) e di bilanci e finanze,
materie nelle quali aveva acquisito una non comune competenza. Le fonti
principali a cui ha fatto ricorso lo studioso sono “Gli atti parlamentari”,
attraverso i quali ha seguito l’andamento dell’attività parlamentare e il vario
dispiegarsi delle leggi in favore della città e del territorio jonico; inoltre,
le testate giornalistiche del tempo, in particolare la “Voce del Popolo”, noto giornale tarantino diretto dalla famiglia
Rizzo, che ebbe nei confronti del Di Palma un atteggiamento di chiusura e, spesso,
di vera e propria di ostilità. Il Matichecchia non ha mancato di gettare una
nuova luce sul contesto storico-politico tarantino, mostrando come la lotta
politica fosse stata, tra la fine del secolo XIX e il primo quindicennio del
XX, di particolare asprezza, e avesse coinvolto le forze politiche e i diversi
raggruppamenti. In estrema sintesi, le due maggiori aree di riferimento furono
quelle dell’Associazione Progressista
e dell’Associazione Democratica. Due
aree molto affini fra loro per idee e programmi, ma diverse in quanto legate ad
un diverso referente, o meglio parlamentare di riferimento. La prima faceva capo all’on. Pietro D’Ayala
Valva e l’altra all’on. Lo Re. Guglielmo Matichecchia ci conduce nel vivo delle
battaglie politiche ed elettorali (bisogna dire che il livello di
confronto-scontro forse supera quello dei nostri giorni) documenta con estremo rigore
le varie tornate elettorali e riporta fedelmente i risultati in termini sia di
voti che di percentuali e di bacini elettorali: infatti la circoscrizione
comprendeva, oltre alla città di Taranto, i comuni di Grottaglie, Massafra,
Monteiasi, Montemesola. È facilmente intuibile che a Taranto il Di Palma
dovette scontrarsi con il cartello avverso, particolarmente agguerrito, e ne
uscì quasi sempre sconfitto (anche perché la campagna propagandistica fece,
emotivamente, leva sul fatto che il Di Palma non fosse tarantino ma
grottagliese), mentre nella sua Grottaglie e negli altri comuni viciniori
risultò quasi sempre vincitore con una schiacciante superiorità.
L’elezione a parlamentare rappresentò per
Federico Di Palma un grande successo
personale (i suoi mandati coprono tre legislature, dal 1903 al 1916) ma fu per
l’area jonica e per la Nazione un sicuro acquisto, in quanto la competenza
tecnica, la serietà della formazione, la squisita sensibilità patriottica
furono messe al servizio di una concezione moderna della politica e del
potenziamento delle strutture militari, specie quelle ricadenti nel nostro
territorio, da sempre prescelto per l’installazione di una base navale di
prim’ordine. Per non dire della freschezza ed arditezza delle sue idee, fra le
quali mi piace ricordare quella della progettazione di un canale navigabile tra
la zona di Montegranaro e il secondo seno del Mar Piccolo e quello di un canale
navigabile che congiungesse Taranto a Brindisi, simile a quello di Kiel in
Germania. Idea, quest’ultima, che fu accolta con molto interesse sia in
Parlamento che sulla stampa, anche se non poté essere realizzata. Inoltre, la
sua indiscussa competenza in materia di marineria gli consentì di essere relatore (per di più molto ascoltato) in numerosi disegni di legge, nonché membro della Giunta generale del Bilancio, relatore del bilancio della Marina, vice presidente del Consiglio superiore della Marina Mercantile.
La morte purtroppo lo colse ancora giovane, nel pieno delle forze, all'età di 47 anni nel corso della prima guerra mondiale, in seguito ad un grave malanno che lo colpi mentre serviva in Cadore in qualità di tenente del Genio dell'Aviazione, e non gli consentì di realizzare il vasto programma da lui elaborato.
Insomma, quello tracciato da Guglielmo Matichecchia è un profilo rigoroso e variegato che si offre al lettore in uno con la situazione storico-politica locale e nazionale. Infatti, vi è sempre un fecondo intreccio tra il locale e il nazionale a sottolineare che micro e macrostoria sono fra di loro in un rapporto di interdipendenza e di reciproca influenza e ci fanno meglio comprendere la complessità e varietà delle situazioni.
La suddetta recensione è stata pubblicata anche nelle pagine del periodico indipendente "Sensificio" di Massafra e precisamente nel n. 42 del 15 marzo 2017, pp. 1-3.
La suddetta recensione è stata pubblicata anche nelle pagine del periodico indipendente "Sensificio" di Massafra e precisamente nel n. 42 del 15 marzo 2017, pp. 1-3.
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